Forza italia deposita Ddl della Senatrice Ronzulli
Silvio Berlusconi non è più un politico: è un elefante della politica che grazie alle sue migliaia di amicizie interessate ed ai compromessi storici si è sdraiato sul terreno del centrodestra facendo morire l’erba nuova che potrebbe rinascere dopo i ripetuti fallimenti di Forza Italia, sia al Governo che all’opposizione. In tempi non sospetti, prima della pandemia, mi presi l’ardire di definirlo uno dei tre uomini che gettarono l’Italia sul lastrico, insieme a Gianni Agnelli, già tycoon della Fiat (ora FCA) sparita dall’Italia (come sede legale e fiscale) dopo aver depredato ogni finanziamento pubblico possibile per ripianare le perdite di una società privata. Insieme a loro fu ed è ancora devastante Carlo De Benedetti, sostenitore dei magistrati che fecero l’epurazione politica di Mani Pulite grazie al gruppo Repubblica- L’Espresso (Gedi) (sponsor delle Sardine in Emilia Romagna) divenuto ovviamene partner della finanziaria degli Agnelli, tra cui John Elkann, memoro del Comitato Permanente Bilderbeg.
Berlusconi non solo ha “creato” il fenomeno Renzi ma ha pure acconsentito che portasse avanti il progetto dell’immunizzazione globale voluto dai partner americani Democratici (solo per definizione) dell’amministrazione Obama-Biden che, finanziati dal megadonor Bill Gates, sperimentarono il progetto pilota dei 12 vaccini obbligatori i età scolare proprio in Italia. Ciò avvenne grazie al Decreto Lorenzin approvato dal Governo di Paolo Gentiloni (ancora PD), poi premiato dall’influente amico europeista George Soros con un ruolo nella Commissione Europea, ma soprattutto per la sentenza della Corte Costituzionale scritta dal giudice Marta Cartabia, consulente di varie università finanziate dallo stesso Soros, e quindi premiata dal premier Draghi con l’incarico di Ministro della Giustizia, fondamentale, per ammissione pubblica di Draghi, nello scrivere il DL 41-2021 sull’obbligo di vaccinazione per tutti gli operatori sanitari.
In un paese veramente democratico questi macroscopici conflitti d’interesse avrebbero indotto la magistratura a reagire con veemenza. Speriamo che ciò avvenga anche se le mancate risposte agli stessi magistrati desiderosi di chiarezza sullo scandalo PalamaraGate-PD, firmatari di un appello al presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Sergio Mattarella (ovvero il Capo dello Stato ex parlamentare PD) depongono a sfavore di un’inchiesta giudiziaria seria che possa avere ampio respiro al punto da incriminare, eventualmente, qualche politico.