Proseguiamo con l’operazione verità, e arriviamo alla parte più inquietante del programma del Great Reset, ora in corso.
Lo scopo finale dell’operazione sanitaria e delle regole di distanziamento, dopo l’annientamento dell’identità, della dignità, del contatto con gli altri e di tutte le certezze, è quello di aver creato proprio una massa omogenea, informe e inerme di sudditi-bestiame il cui numero è così più facilmente gestibile dall’intelligenza artificiale che regolerà tutto.
Una volta omologato il bestiame, sarà compito degli algoritmi affidati ai super computer calcolare con estrema esattezza il perimetro di spostamento lineare del bestiame, il suo fabbisogno alimentare, energetico e farmacologico, e intervenire prontamente nel caso di anomalie, sopprimendo con cura gli elementi non conformi agli standard desiderati. Un mondo in cui la produzione e lo sfruttamento delle risorse del pianeta deve seguire una programmazione centralizzata, eliminando ogni spreco e ogni possibilità di errore. Un po’ come avviene nella produzione delle borse di alta moda, dove la griffe fornisce al pellettiere l’esatto quantitativo di pelle per cucire un numero prestabilito di borse, così che non possa sfuggire neanche un ritaglio di pellame al planning commerciale industriale.
Tutta questa progressiva privazione della libertà sarà imposta con sempre più terrorismo sanitario, sventolando la bandiera ecologica che ricorderà a tutti, in ogni momento, che la vita umana è sinonimo di infezione sia reciproca che per l’ambiente. La pianificazione economica, tolte le variabili di un’umanità variegata, sarà quindi molto più semplice da affidare alle programmazioni dell’intelligenza artificiale. Sono calcoli di convenienza. Le nostre passionalità danno fastidio ai computer gestionali che ancora non le hanno capite.
FONTE: Adrea Cecchi
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