Aumentano i prestiti nell’anno dellas pandemia: il 46% delle famiglie ha chiesto liquidità finalizzata agli acquisti di beni e servizi
di LUCA BALZAROTTI
Milano – Quasi una famiglia lombarda su due (44,4%) si è indebitata nel 2020, l’1,4% in più del 2019. Nell’anno della crisi economica provocata dal coronavirus, circa la metà del credito (46%) è stata finalizzata a un acquisto, un trend che testimonia la difficoltà dei consumatori a spendere. Prestiti personali (29%) e mutui (26%) si dividono quasi equamente il resto. Dal confronto con la media nazionale – secondo lo studio di Mister Credit, l’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori – in Lombardia la crescita di consumatori che hanno fatto ricorso al credito (+1,4% rispetto al 2019) è inferiore rispetto al resto del Paese (+3,7%), mentre il rapporto sul totale delle famiglie è più ampio (44,4% contro il 42,2%). La regione è al secondo posto sia per il valore dell’importo della rata media pro capite (366 euro, 42 euro in più), sia per la somma ancora da rimborsare: l’esposizione residua (40.255 euro). Rispetto al resto d’Italia, i mutui hanno un peso maggiore all’interno del portafoglio delle famiglie ( 25% contro 21%), terza regione dietro al Friuli-Venezia Giulia (29%) e all’Emilia Romagna (26%). I prestiti personali, con il 29%, collocano la Lombardia al penultimo posto della graduatoria nazionale, davanti alla Toscana (28%). Mentre il 46% del credito ottenuto – un dato in linea con la media in Italia (47,8%) – viene destinato all’acquisto di beni e servizi. Spese mirate, necessarie, e a breve termine più che a liquidità destinate a investimenti a lungo termine.
A livello provinciale, Como guida la graduatoria dell’incidenza dei prestiti finalizzati con il 49,4% del totale dell’indebitamento, quasi quattro punti percentuale in più sopra la media della regione (46%). Precede Varese, seconda col 49%. Il peso dell’indebitamento legato agli acquisti supera il dato lombardo anche a Lecco (47,6%), Monza e Brianza (47,3%), Cremona (46,4%), Brescia e Lodi (46,2%). Al contrario, il valore più basso di prestiti finalizzati si registra a Sondrio con il 37,6%, otto punti percentuale in meno della media regionale. Tra le province dove le famiglie ricorrono meno al debito per il consumo ci sono anche Mantova (43,8%) Milano (44,2%), Bergamo (44,9%) e Pavia (45,1%). Le stesse province sono ai primi posti nella classifica dell’incidenza dei mutui: Sondrio con il 27,3% è seconda solo dietro a Milano (28,6%). Un dato che conferma che là dove i prestiti non sono necessari a colmare la capacità di spesa corrente aumentano gli investimenti nella casa.
Il peso dei mutui supera il dato medio lombardo (25%) anche a Bergamo (26,3%) e Monza e Brianza (27,1%), unica provincia a essere sopra il valore regionale pur non avendo un’incidenza del prestito finalizzato al ribasso. Il motivo? I brianzoli hanno la percentuale più bassa di prestito personale in Lombardia: col 25,6% vantano un’incidenza di quasi quattro punti percentuale inferiore alla media regionale (29%). Brescia e Lodi – entrambe con il 25% – si collocano in linea con il valore regionale per quanto riguarda il peso dei mutui sul totale dell’indebitamento delle famiglie, mentre le altre province presentano tutte incidenza inferiori, con Como ultima con il 23,1%. Ai vertici della graduatoria dei prestiti personali si trova invece Sondrio, con il 35% del totale del credito, sei punti sopra la media regionale. Seguono Mantova con il 33% e Pavia con il 31,2%. Tra i valori inferiori al dato lombardo, dopo Monza, ci sono Varese (26,6%) e Milano (27,1%).