Con queste due poesie di Fernando Pessoa, lo scrittore inquieto, ci addentriamo nel Natale laico. Sembra essere una contraddizione, ma in realtà non lo è. Anche il Natale cristiano, il nostro Natale, quest’anno è parecchio inquieto e, avvertendo tutta l’incertezza del momento che stiamo vivendo, ognuno di noi può ritrovarsi in una sua frase celebre: “Non so dove ci porterà il domani”. Diversamente da Pessoa, noi “ci affidiamo” al Bimbo di Betlemme…. ma forse lo avrà fatto anche lui.
Natale
Nasce un Dio. Altri muoiono. Non ci è giunta
né ci ha lasciato la Verità: muta l’Errore.
Abbiamo ora un’altra Eternità,
e ciò che è passato in fondo era migliore.
Cieca, la Scienza ara gleba vana.
Folle, la Fede vive il sogno del suo culto.
Un nuovo Dio è solo una parola.
Non credere o cercare: tutto è occulto.
Natale, sulla provincia nevica
Natale, sulla provincia nevica
Tra i lari confortevoli,
un sentimento conserva
i sentimenti passati.
Cuore contrapposto al mondo,
come la famiglia è verità!
Il mio pensiero è profondo,
sto solo e sogno rimpianto.
E com’è bianco di grazia
Il paesaggio che non so,
visto per la vetrata,
della casa che mai avrò!
NOTE BIOGRAFICHE DEL POETA
“Non so dove ci porterà il domani”, e questo Fernando Pessoa lo ha pensato forse non soltanto alla fine dei suoi giorni. Nacque a Lisbona il 13 giugno 1888 da Madalena Pinheiro Nogueira e Joaquim de Seabra, un critico musicale. Ma il padre morì molto presto a causa di una tubercolosi e così nel 1895 fu costretto a seguire la madre in Sud Africa, questa volta sposa del comandante Joào Miguel Rosa, console portoghese a Durban.
Studiò in Africa, secondo un’educazione di stampo britannico, fino all’esame di ammissione all’Università di Città del Capo e fino a raggiungere quella perfetta conoscenza dell’inglese con cui scriverà sin da subito poesie.
Nel 1905 tornò definitivamente a Lisbona dove proseguì la produzione di poesie in inglese. Si immatricolò anche, ma abbandonò subito, al corso superiore di lettere dell’Università di Lisbona. Fu allora che entrò in contatto con importanti scrittori della letteratura portoghese e cominciò a seguire l’opera di Cesário Verde e i sermoni di Padre Antônio Vieira sul Quinto impero. Si impiegò in seguito, lavoro che manterrà per tutta la vita, come corrispondente di francese e inglese per varie ditte commerciali, pur avendo in attivo collaborazioni con parecchie riviste (è in questo periodo che ebbe inizio, nel 1920, una storia con Ophelia Queiroz, impiegata in una delle ditte di import e export per le quali Fernando lavorava. Probabilmente l’unica avventura sentimentale della sua vita, finita nel 1929).
Fernando Pessoa fu ricoverato nel novembre 1935 all’ospedale di Luís dos Franceses per una crisi epatica dovuta all’abuso di alcool e il 30 novembre morì all’età di 47 anni.