La moneta unica dell’Unione europea è in rally sul biglietto verde dall’annuncio dell’accordo europeo sul Recovery Fund. Gli investitori percepiscono l’area euro come più sicura degli Stati Uniti
AGI – L’euro vola sopra 1,1750 dollari, al top da 22 mesi. L’impennata è il frutto di due fattori concomitanti. Da una parte c’è il rally dell’euro, iniziato a metà luglio, quando i mercati, portando la moneta europea sopra quota 1,14, hanno anticipato di quasi una settimana l’accordo sul Recovery Fund europeo, raggiunto lo scorso 21 luglio, dopo una maratona negoziale di 4 giorni. Da allora l’ascesa dell’euro è stata irresistibile, si è rafforzata dopo l’approvazione del Recovery Fund da parte dei leader dell’Ue e, nei successivi 10 giorni, è proseguita fino ai massimi attuali.
Dall’altra parte c’è l’indebolimento del dollaro, che è legato alle incertezze che circondano la ripresa economica Usa.Avrebbe dovuto essere una rapida ripresa a V e invece l’aumento dei contagi negli Usa, che stanno facendo ripartire i lockdown in Florida, Texas, California, cioè negli Stati Usa piu’ popolosi, l’hanno fatta deragliare e la stanno allungando in misura preoccupante. L’altro fattore di incertezza che penalizza gli Usa e quindi il biglietto verde sono le elezioni presidenziali, che si terranno tra tre mesi.
E poi c’è la difficile trattativa al Congresso sul quinto round di stimoli all’economia, che rischia di prolungarsi per tutta l’estate e che quasi sicuramente lascerà milioni di americani senza gli attuali sussidi di disoccupazione federali da 600 dollari a settimana, che scadono a metà luglio. Insomma, come spiegano gli analisti, in questo momento, specie dopo l’accordo sul Recovery Fund, l’area euro è percepita come piu’ sicura degli Stati Uniti, offre meno incertezze, piu’ garanzie degli Stati Uniti e per questo gli investitori la premiano, comprando euro e vendendo dollari.
Ecco perchè l’euro vola e il biglietto verde invece perde terreno. Va peraltro detto che il dollaro non si è svalutato solo nei confronti dell’euro ma anche rispetto alle altre principali divise globali come dimostrazione del fatto che in questa fase gli investitori stanno penalizzando gli Stati Uniti nel suo complesso e non solo la sua moneta.