Il presidente Conte in due minuti di conferenza stampa ha reso palese agli italiani il pesante tonfo che aveva fatto nella riunione dell’Eurogruppo.
Naturalmente il premier italiano ha parlato dei recovery fund, il nuovo strumento che pare adotterà l’europa per venire incontro ai danni del covid19, come un miracolo di cui lui era l’artefice. In verità questo strumento è stato fortemente voluto dalla Francia, l’Italia si è accodata. L’unica cosa che è stata attribuita al premier italiano è la parola “urgente” che nel verbale è stata aggiunta alla denominazione dei fondi.
Non è stato definito nemmeno l’ammontare di questo eventuale stanziamento (che vede la Germania nettamente contraria) che comunque per ora andrà interamente restituito, salvo l’inserimento di una quota minima a fondo perduto. Se verrà approvato, e lo si saprà la prossima euro riunione,non potrà essere fruibile da subito e sarà da suddividere per i paesi europei che ne faranno richiesta, la somma elargita ai diversi Stati sarà spalmata in sette anni. Il prof. Tremonti in una intervista ha ipotizzato la cifra che potrebbe spettare all’Italia, in non più di tre/quattrocento milioni di Euro. Una somma assolutamente insufficiente per le necessità italiane.
A questo si dovrà aggiungere uno stanziamento della BEI di due o trecento milioni per la nostra cassa integrazione, e infine, c’è il MES con i suoi trenta miliardi circa, ma tutti da restituire. Se l’Italia lo attivasse per se e non si fosse in grado di restituire la somma acquisita, la BCE si impegnerebbe all’acquisto di titoli di stato italiani, ma di certo, la UE eserciterebbe il suo controllo sulla nostra economia, esattamente come avvenuto in Grecia.
Troppi rischi per un Paese che sta per affrontare un buco enorme nelle entrate e un boom nelle spese, meglio sarebbe coinvolgere investitori italiani nell’ emissione di un “prestito patriottico”a lunghissima scadenza e poco remunerativo, per affrontare fin da subito i nostri problemi di liquidità.
Manuela Valletti