“Chi Odia Paga” aderisce al progetto governativo e mette gratuitamente a disposizione di tutti i cittadini italiani la sua tecnologia per chi cerca sostegno e difesa
(20-01-2020)
Milano – Proseguono le adesioni a Repubblica Digitale, l’iniziativa promossa dal Governo Italiano rivolta all’inclusione digitale. Vi ha aderito COP – Chi Odia Paga una startup innovativa a vocazione sociale nata per combattere ogni forma di odio online, come ad esempio il cyberbullismo, lo stalking, il revenge porn, l’hate speech o la diffamazione online.
In virtù di questo accordo, i cittadini italiani avranno a disposizione, gratuitamente, le prime funzionalità della sua piattaforma Chi Odia Paga. Infatti già da subito sarà possibile ricevere un feedback automatizzato dalla piattaforma per capire se i commenti che si ricevono online siano contenuti legalmente sanzionabili o meno. Le future funzionalità che verranno rilasciate nei prossimi mesi forniranno ai cittadini tutti gli strumenti tecnici e legali necessari per difendersi dai reati d’odio online in modo facile, veloce, sicuro ed economico.
Una ricerca Doxa Kids segnala che “Circa il 6% dei ragazzi tra i 9 e i 17 anni denuncia di essere stato vittima di cyberbullismo” mentre da dati Vox Diritti “In Italia viene postato un tweet al minuto contenente contenuti legati a razzismo, insulti sulla disabilità, misoginia, islamofobia, omofobia ed antisemitismo”.
Chi Odia Paga nasce nel 2018 da Francesco Inguscio, con il suo venture accelerator Nuvolab, l’investimento del fondo di impact investing Oltre Venture e cofinanziato da Regione Lombardia. L’idea è fornire assistenza legale per difendersi da queste condotte, attraverso una piattaforma online, semplice da utilizzare e capace di garantire tempi brevi di risposta.
Il Ministro per l’innovazione e la digitalizzazione si è impegnata a sostenere e promuovere il progetto, che sposa appieno i suoi principi per un digitale etico e sicuro.
“Sin dall’inizio del mio mandato”, ha dichiarato il Ministro per l’Innovazione e la Digitalizzazione Paola Pisano, “ho creduto che proteggere chi viene colpito dall’odio online e al tempo stesso salvaguardare i principi di libertà di espressione fosse un obiettivo primario. A breve nascerà un tavolo di lavoro pubblico-privato proprio su questo tema. Nel frattempo è importante dare il giusto sostegno a iniziative come quelle portate avanti da ‘Chi Odia Paga‘, che hanno il grande merito di usare la tecnologia per dare risposte etiche e concrete a problemi che la stessa tecnologia pone”.
Chi Odia Paga è una piattaforma legaltech in grado di combattere l’odio online avviando la migliore procedura di tutela legale per ciascun caso. Il primo servizio rilasciato permette all’utente, attraverso la compilazione di un questionario interattivo, di ricevere immediatamente un primo feedback legale basato su un algoritmo di intelligenza artificiale: grazie ad esso l’utente scopre se è stato vittima di un reato, di quale reato eventualmente si tratti e, se del caso, suggerisce di contattare un avvocato. Per istruire l’algoritmo è stato utilizzato un archivio di oltre 1.500 sentenze passate in giudicato e la consulenza di un team di avvocati specializzato sui reati online. Il feedback legale è fornito utilizzando un linguaggio comprensibile e riducendo così la distanza percepita tra cittadino e materia giuridica.
“Attenzione”, ha precisato il fondatore di COP Francesco Inguscio, “non è sempre tutto odio ciò che urtica. Non sempre ci sono gli estremi per denunciare commenti aggressivi, il nostro obiettivo non è sostituirci agli avvocati ma dare assistenza al cittadino, per capire quando ci sono le condizioni per contattarne uno, solo quando un reato sia stato effettivamente commesso”. Inguscio conclude segnalando infine che “la denuncia è l’ultima difesa da usare contro l’odio, la prima si chiama ‘educazione‘ e deve essere sostenuta supportando tutte le associazioni che fanno sensibilizzazione e formazione su questi temi”.