Rimasto nel buio dei magazzini per 75 anni, l’Archivio Vitullo è stato digitalizzato dall’Agi ed ora è di nuovo visibile
Questa una delle foto che troverete nella raccolta, cliccando qui
15 aprile 2019,15:28Visita dei reali d’Italia al Pontefice, veduta del corteo, sullo sfondo Castel Sant’Angelo (5 dicembre 1929)
Ma chi era Vitullo? Per la verità conosciamo solo il suo cognome. Aveva lo studio vicino a Fontana di Trevi e casa sua i fotografi erano più di uno. Nell’archivio è conservata la foto di un certo Vittorio Vitullo: giovane, papillon a pois bianchi, doppio petto abbottonato e gelatina per dividere i capelli scuri con una riga netta.
Chissà se è lui il nostro Vitullo: era un fotografo del Popolo di Roma, ma non famoso come Adolfo Porry Pastorel che in quegli anni passa alla storia come il “papà dei paparazzi”
Era uno scattino, un fotoreporter d’assalto. Nell’archivio ci sono molte foto in un certo senso già viste, perché magari scattate da altri fotografi che erano accanto a Vitullo; ma ci sono anche moltissime foto non ufficiali, quelle scartate, quelle dove il Duce non era venuto abbastanza bene, quelle dove si vedeva che la propaganda era fatta di cartapesta. Sono le migliori.
Non sappiamo cosa ne sia stato di Vitullo dopo la Liberazione. Ma sappiamo che il suo archivio, completo dei registri autografi con le didascalie, è stato acquistato nel 1961 dal fondatore dell’Eni Enrico Mattei.
“Da allora le foto sono rimaste al sicuro in un magazzino ma di fatto inaccessibili. Fino ad oggi”, sottolinea ancora Luna, “Un appassionato lavoro di digitalizzazione le ha riportate alla luce. Non sono solo reperti del passato. Sono foto vive perché ciascuna di esse racconta una storia, un’altra storia”.