La Banca Nazionale svizzera presenta martedì la nuova banconota da 1’000 franchi. Un’occasione che dimostra come il denaro possa assumere innumerevoli forme. Una dichiarazione d’amore a un’entità estremamente varia, mille volte più bella di quanto appare.

Caro denaro,

ti amo, quando ti trasformi in un caffè. Ti amo, quando diventi un’entrata a un concerto. E ti amo quando ti tramuti in un mazzo di fiori.

Ripenso volentieri al nostro primo incontro: tu eri una moneta e io avevo 5 anni. Il tuo anno di nascita: 1879. La differenza d’età non fu d’ostacolo. Ti amavo così com’eri: per il valore a te intrinseco e il tuo valore per me.

Qualche anno dopo, 1998: la nuova serie di banconote. Per la prima volta intuii quanto tu fossi mutevole. Ciononostante, rimanesti prezioso per me. Accettai i tuoi nuovi volti; l’amore non svanì.

Passarono gli anni. Il desiderio di scambiarti, amato denaro, divenne più forte. All’inizio, le separazioni furono difficili per me. Oggi, sono ormai abituato. So che ti sto aiutando a realizzare il tuo destino. Continuai ad amarti, ma l’amore era diverso. Uscivo la sera con te, un Giacometti in tasca.

Nello stesso periodo, aprii un conto in banca. Ti mostrasti a me per la prima volta, mio caro, come un estratto conto, come una cifra su un foglio di carta. Sospettai che qualcosa in te fosse diverso. Solo più tardi, studiando politica monetaria, scoprii che non eri più frutto della Banca Nazionale. Chi ti aveva prodotto, caro denaro, era la Banca cantonale grigione.

Ho passato molto tempo con te, dolce moneta scritturale. Un click in rete ed ecco un nuovo videogioco ordinato e acquistato. Anche nella vita professionale, quando diventai responsabile dei rimborsi assicurativi, tu eri sempre molto presente. Sono sicuro che hai portato sollievo quando ti ho versato nel conto di una famiglia bisognosa.

Non importava chi fossero i tuoi genitori, non importava da dove tu venissi: eri ovunque il benvenuto.

Ho conosciuto i tuoi parenti, caro denaro, nei miei viaggi attorno al mondo. Quando andai negli Stati Uniti nel 2008 e la crisi economica raggiungeva il suo picco, allora vidi come tutti, d’un tratto, ti bramavano.

Denaro, mi fosti caro anche quando ti vidi con le sembianze di una carta di credito. Ho sospettato subito fossi tu, ma in maschera.

Non avevi una madre, né un padre. Nascesti per mia volontà. I miei acquisti ti portarono nel mondo. Ma ti distruggevo, ogni volta che pagavo la fattura mensile. Senza offesa, mio amato.

Nel periodo di Natale ti presenti con indosso il mio abito preferito. Il mio affetto per te raggiunge il culmine, perché so che stai per trasformarti in una moltitudine di magici mondi. Caro denaro, è questo il momento in cui ti amo di più: quando sei un buono da spendere dal libraio del mio paese.

Ammetto, caro coupon, che in gioventù ti avrei volentieri usato per comprare una birra, ma tu non me lo permettesti mai. Sappi che la tua testardaggine è perdonata.

Questa settimana la mia attenzione è ancora rapita da te, cara banconota. Tutti i media parleranno della tua rinascita, come nuovo biglietto da mille franchi.

Si dice che tu sia la banconota dal valore maggiore nel mondo. Ma sei anche il denaro più prezioso?

Sai, caro denaro, non m’importa del tuo aspetto. È per il tuo valore intrinseco che ti amo.

Caro coupon, cara banconota, cara moneta da 5 franchi, caro dollaro, caro yen. Caro limite della carta di credito, caro conto in banca: vi amo. Quando vi trasformate in un caffè e quando diventate un’entrata a un concerto. E vi amo, quando vi tramutate in un mazzo di fiori.

Grazie 1’000

Fabio

FONTE

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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