Edificato in luogo del Castello della Torre Rotonda per volontà della Società dei Palchettisti del Teatro di Como costituita dal podestà di Como Gian Pietro Porro, su progetto dell’architetto Giuseppe Cusi, fu inaugurato il 28 agosto 1813 con la rappresentazione di “Adriano in Siria”.[1][2] Il teatro non era stato ultimato sul fronte meridionale a causa di problemi statici e di contenziosi con la proprietà, per cui in un primo tempo intervenne l’architetto Zanoja, rettore della Accademia di Brera, la principale scuola di architettura dell’allora Regno italico, poi fu incaricato Luigi Canonica, il massimo costruttore di teatri dell’epoca, che alla fine portò a termine la facciata meridionale (1819–1821) poi coperta negli anni trenta da una grande torre scenica affacciata su una gradinata all’aperto, su progetto dell’ingegner Carlo Ponci. Il teatro subì periodici interventi di restauro: da ricordare quelli del 1838 in occasione della visita dell’imperatore Ferdinando I d’Austria, gli ampliamenti del 1855, ad opera dell’ingegner Leopoldo Rospini, che ricavò la V galleria, alzando di un piano la sala, e arretrando il palcoscenico così come è visibile oggi, quelli operati dall’Ingegner Eugenio Linati nel 1899 in occasione delle celebrazioni per il centenario della pila di Alessandro Volta che portarono all’elettrificazione della struttura.
In origine sulla volta del teatro era raffigurata l’incoronazione del poeta Vittorio Alfieri, circondato da baccanti, candelabri e festoni; questo dipinto venne poi sostituito nel 1855 da Eleuterio Pagliano, su progetto di Gaetano Spelluzzi. Alessandro Sanquirico per l’inaugurazione del 1813 realizzò un grande sipario, raffigurante la morte del comasco Plinio il Vecchio a Pompei durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.; restaurato nel 2008–09 è stato esposto a Torino in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità nazionale.
L’edificio ospita un vasto ‘ridotto’ dove ha anche sede la ‘Società del Casino 1821’, ove spicca la ‘Sala Bianca’ che nel 1904–05 venne parzialmente rinnovata dallo scultore e pittore lombardo Ludovico Pogliaghi in collaborazione con l’architetto comasco Federico Frigerio.
Dopo che i bombardamenti del 1943 danneggiarono gravemente il Teatro alla Scala di Milano, questo si trasferì al Sociale per una stagione.
Venne interamente adeguato normativamente nel 1984–88 a spese della Società dei Palchettisti e restaurato per l’ultima volta tra il 2004 e il 2006 sempre a spese della Società con l’aiuto delle istituzioni pubbliche; nel 2010 si sono iniziate le opere di demolizione della torre scenica affacciata sulla retrostante arena, dove nell’estate 2013 è stato celebrato il bicentenario del teatro.