Dopo Alessandra e Rachele, potremmo avere un terzo Mussolini in politica
Secondo un’indiscrezione del Tempo, Caio Giulio Cesare sarebbe pronto a correre con Fdi al Parlamento Europeo
Dopo Alessandra e Rachele, un altro discendente del Duce potrebbe entrare in politica: Caio Giulio Cesare Mussolini, nipote di Vittorio e figlio di Guido, sarebbe pronto a lasciare gli Emirati Arabi, dove vive e lavora nel campo dell’industria aerospaziale, per Strasburgo. Fratelli D’Italia, sostiene Il Tempo, starebbe infatti valutando la candidatura dell’imprenditore alle elezioni europee del prossimo anno. Impossibile non ironizzare, come fa il quotidiano romano, sulle recenti parole del commissario Ue agli Affari Ecomomici, Pierre Moscovici, a proposito dei “piccoli Mussolini” che si aggirerebbero per l’Europa.
Dal partito guidato da Giorgia Meloni non arrivano conferme. Quel che è certo è che Caio Giulio Cesare, già ufficiale di Marina e dirigente di Finmeccanica, è tutt’altro che disinteressato alla politica. Lo scorso dicembre fu presente al congresso nazionale di Fdi svoltosi a Trieste, dove era stato intervistato dal Corriere della Sera. Già allora avevano iniziato a girare indiscrezioni su un suo possibile impegno e la domanda fu inevitabile: “Per ora è solo un’ipotesi. Sono qui per guardare, capire. Del resto sono sommergibilista…”.
Il fascismo secondo (Caio) Mussolini
I suoi rapporti con il passato? “Per il cognome sono stato attaccato a priori. Ho vissuto una dicotomia. Ciò che mi dicevano a scuola o su certa stampa, tutto male del fascismo, e ciò che mi dicevano a casa o alcune persone che lo avevano vissuto, tutto bene”, spiegò, “ci sono state cose negative e cose positive. È stato un periodo complesso. Ed è un periodo chiuso. Ha rappresentato l’Italia, gli slanci e le mediocrità. Il fascismo sono stati gli italiani. Questa passione per l’uomo forte, per esempio. È molto latina. E resta”.
Dal suo profilo Facebook, emerge una figura dalle idee chiare ma decisamente meno nostalgica del padre Guido, che militò nella Fiamma Tricolore e nel 2001 si candidò sindaco di Roma, con scarsa fortuna, con Forza Nuova. “Non basta crogiolarsi sui fasti del passato”, ammonisce in un lungo post a commento di un’intervista di Piero Angela all’HuffingtonPost.
“Ho trascorso metà della mia vita all’estero e questo mi permette di guardare l’Italia con occhi diversi, forse in maniera più obiettiva e imparziale, e sono convinto che in questi ultimi anni si sia persa la sinderesi. Non vi è dubbio che l’Italia sia un bel paese, ricco di storia e bellezze naturali. Ma non basta crogiolarsi sui fasti del passato. Nel dopoguerra vi era la certezza di un futuro migliore e si “sperava”, mentre oggi i sentimenti più diffusi sono la rassegnazione, frustrazione e rabbia”, scrive Mussolini, “formiamo giovani facendoli studiare per anni sino alla laurea per poi sottoimpiegarli, oppure peggio ancora li facciamo scappare all’estero dove altre società e industrie sono ben felici di impiegarli. La tanto sbandierata meritocrazia rimane una chimera, in tutti i settori e si nominano ministri persone con un diploma di assistente sociale! Per poi non parlare della “certezza della pena”…”
Un’arma a doppio taglio
Quel cognome che lui definisce “un’arma a doppio taglio” appare comunque il motivo principale per cui Fdi potrebbe sondare Mussolini per una candidatura al Parlamento Europeo, considerando il fortissimo potere evocativo che ancora ha su tanti elettori di destra. Certo, Meloni in pubblico non lo ammetterà mai. Ma al Parlamento Europeo la soglia di sbarramento è un abbordabile ma tutt’altro che scontato 4% e per strappare consensi al lanciatissimo Matteo Salvini bisogna inventarsi qualcosa.