Sabato, Giornata della Memoria, abbiamo assistito a diverse commemorazioni. In TV ci hanno mostrato gli orrori dei campi di concentramento, ci hanno fatto ascoltare i racconti degli ormai pochi sopravvissuti. Ci hanno detto che tutto questo è necessario per non dimenticare l’orrore affinchè queste tragedie non abbiano a ripetersi. E questo è un dato assolutamente condivisibile.
Quello che però tutti hanno dimenticato di dire e che, invece, sarebbe altrettanto e forse anche più utile mettere in evidenza, è il fatto drammatico che, perchè tutto quello sterminio accadesse fu necessario il consenso della maggior parte della popolazione.
La maggior parte della popolazione era d’accordo o, quanto meno indifferente, alle leggi razziali. In poche parole la propaganda fascista, che, come tutte le propagande statali, ci sapeva fare, aveva convinto la popolazione che le leggi razziali erano “un bene” per la collettività.
Le persone dell’epoca (non tutte, si intende) si trasformarono quindi in zelanti collaborazionisti di un regime criminale, nella ferma convinzione di essere cittadini modello. Cittadini che erano nel giusto, perchè ubbidienti alle leggi dello stato.
Questo ha trasformato persone innocue in complici di un’immane carneficina. E poco importa se queste persone non hanno partecipato attivamente agli omicidi. Il “senso comune”, abilmente indotto negli animi delle ignare, semplici e che si fidano delle istituzioni, può fare più morti di una bomba sganciata in mezzo alla gente.
E’ necessario educare gli uomini e le donne, non all’obbedienza, ma alla capacità di capire chi siamo noi, sapere quello che vogliamo e saper discernere, al di là di ogni propaganda, quello che per noi è un valore morale al quale, indipendentemente dalle situazioni politiche, economiche, culturali, rimanere fedeli. Solo così avremo una speranza di civiltà e di sana convivenza tra gli uomini: tutti!