L’ultimo episodio è avvenuto a Verona
Due minorenni, un 13enne e un 17enne, sono indagati per la morte di un barbone deceduto, nel dicembre scorso, nel rogo dell’auto in cui dormiva a Santa Maria di Zevio (Verona). L’inchiesta è coordinata dalla procura dei minori di Venezia.
Intanto i carabinieri continuano ad ascoltare testimonianze per raccogliere altri elementi utili all’inchiesta. L’incendio, che inizialmente si pensava fosse divampato per cause accidentali, potrebbe essere invece nato da uno scherzo finito male: le indagini serviranno a chiarire l’esatta dinamica dell’accaduto.
Adolescenti a cui non è mai stato dato un sonoro ceffone
Occorre fare una riflessione perchè questi episodi di una cattiveria incredibile accadono sempre più spesso nelle nostre città, e sempre più spesso sono opera di adolescenti, anche giovanissimi, che si “divertono a vedere un uomo che brucia vivo”.
Ma chi sono questi giovani mostri? Sono il frutto di una società malata che banalizza la vita, che non da alcuna importanza ai valori, che permette che nelle scuole si possano insultare i professori, che non crede in nulla se non nel dio denaro.
Queste giovani carogne sono figli di genitori che non hanno mai voluto fare la fatica di educarli, perchè educare un bambino e poi un ragazzo è fatica fisica e mentale, ed allora si preferisce lasciare che i pargoli facciano quello che vogliono senza mai intervenire con un sonoro e salutare ceffone quando vanno fuori dalle righe.
Già, ma mi direte: ma quali sono le righe? Perchè è possibile che anche alcuni genitori, per intenderci quelli che sono figli di sessantottini, quelle benedette righe di confine tra il bene e il male non le conoscano per nulla. Due generazioni a cui tutto è stato permesso e ora che le difficoltà economiche bussano alla porta di tante famiglie italiane, non è più possibile accontentare i figli coprendoli di beni di consumo in una escalation di shopping compulsivo, i divertimenti di questi disgraziati sono il branco e con il branco si fanno le cose più turpi.
I due giovani che hanno dato fuoco ad un barbone a Verona avevano 13 e 17 anni, ora saranno accusati di omicidio colposo. Non sarebbe stato meglio educarli a suon di sberle?
Sono d’accordo sui sonori ceffoni ma bisogna anche considerare che questi disgraziati ragazzini moderni vivono in un mondo virtuale dal momento che hanno gli occhi perennemente puntati su smartphone e tablet e che, di conseguenza, non sanno distinguere il virtuale dalla realtà. Quando poi scoprono che quel che hanno commesso è realtà, sono spiazzati e assolutamente disorientati, non se ne rendono per nulla conto. Sono convinta che questa tecnologia esasperata sia la rovina delle menti.