Ieri sera su Italia uno è andato in onda un servizio delle Iene sull’uso della cannabis per scopi terapeutici, il caso presentato riguardava una vecchia signora malata di Alzheimer. Il figlio di questa povera donna, disperato per le condizioni in cui la madre stava sprofondando (aggressività verso gli altri e verso se stessa, impossibilità di mangiare, immobilità), decise di provare ad utilizzare la fluorescenza della pianta (che si era procurato abusivamente) per preparare un olio particolare (aveva imparato a preparare su youtube) che poi somministrava ogni giorno alla sua mamma, nella dose di un cucchiaino al giorno.
In Italia l’uso dell cannabis terapeutica è consentito per alcune patologie, tra queste non appare l’alzheimer, la richiesta di tutte le famiglie con malati di Alzheimer alle istituzioni e al ministro della salute Lorenzin è quella di fare rientrare la malattia tra quelle per cui l’uso della cannabis è previsto.
QUESTO E’ DI ESTREMA IMPORTANZA per tutti i malati di questa terribile malattia, ma ha dei buoni riscontri economici per lo Stato che eviterà di prevedere farmaci molto costosi ma per lo più dannosi per i pazienti.
In attesa che la burocrazia italiana provveda, e siamo certi che non ci vorrà poco tempo, forniamo qui di seguito alcuni informazioni sulla vicina Svizzera, dove la sostanza è facilmente e legalmente reperibile.
In Svizzera, si può acquistare la cannabis anche nelle stazioni di servizio e nei supermercati: in Svizzera il mercato della canapa sta fiorendo come non mai grazie a varietà non psicoattive. Il boom potrebbe essere l’inizio di una liberalizzazione totale che potrebbe comportare vantaggi anche per lo Stato.
«In forma con due grammi di ganja al giorno» si legge sul tabellone pubblicitario davanti al negozio Cannaflora di Zurigo. Sul retro «Smoke some haze, chill the days». In italiano: fuma erba e goditi la giornata. Non ci sono dubbi, in questo piccolo negozio del quartiere dello sballo zurighese si trova cannabis senza difficoltà.
E non è l’unico, in Svizzera la canapa legale si trova in molti altri posti. Tabaccai, chioschi e supermercati come Coop e Denner. La marijuana mischiata con il tabacco è confezionata in sigarette industriali ed è venduta sugli scaffali accanto a Marlboro e Camel. Oppure si acquista pura in sacchetti chiusi ermeticamente su cui fa bella mostra una foglia di canapa. Negozietti come Cannaflora hanno aperto i battenti in tutte le grandi città svizzere e in molti villaggi. Vi sono già ben 370 aziende attive nel settore della canapa, sia nella produzione che nella distribuzione.
Questa nuova ondata svizzera ha un denominatore comune: la sigla CBD.
L’aria è spessa e dolciastra. Diverse serre sono allineate una accanto all’altra, attraverso i vetri appannati si intravvedono piante alte circa un metro. Siamo nel centro del più grande produttore di canapa in Svizzera al momento, Bio Can. Per così dire la radice dell’ondata della canapa che ha travolto la Svizzera da circa un anno.
È periodo di raccolta, per questo il fondatore e pioniere Markus Walther non ha molto tempo. Migliaia di piante sono raccolte dai campi e dalle serre e portate nell’area di lavorazione centrale dove i fiori, grandi come degli orologi, sono accuratamente separati dal resto. Hans Peter Kunz, il responsabile delle finanze, ci invita per un caffè nell’edificio accanto alle serre. Prendiamo posto su un comodo divano di cuoio, davanti a noi un tavolino fa bella mostra di tutti i prodotti di Bio Can: dal sacchetto di 10 grammi, agli integratori alimentari a base di canapa fino all’olio.