Sul tema referendum autonomista svoltosi in Lombardia proponiamo l’opinione di Luca Beltrami Gadola.
Che dobbiamo dire? Le previsioni si sono avverate. La settimana scorsa avevo scritto che il problema per il Pd, avendo lasciato libertà di coscienza, sarebbe stato quello di valutare quanti dei SÌ erano suoi e quanti della Lega. Agli esperti lascio l’irresolubile quesito. Invece poco, troppo poco si parla dei Cinquestelle e del loro copyright sul referendum. Milano non è terra per i Cinquestelle.
Guardando i risultati di Milano città, confrontati con la media lombarda, credo che in tanti ci stiamo raccontando si tratti dell’eterno conflitto tra Città e Contado, o meglio tra la città e i territori che se ne sentono esclusi, vedi Brexit, vedi Trump. Allora come la mettiamo? Visto che destra e sinistra sono tutti d’accordo nel dire che la via della crescita passa per le Città e non per il Contado. Quando Maroni si compiace del successo di Expo e se ne fa merito, si rende conto che parla di Città e non di Contado dove sta la sua forza? E che dice di rappresentare?
Arriverà il momento nel quale gli elettori del Contado si renderanno conto che la gran parte delle maggiori risorse che affluiranno in Lombardia, se mai accadrà, saranno succhiate da Milano e che la vera specificità per la quale si chiedono le maggiori risorse sta nel fatto che Milano è diventata una città di servizi e che in città e nella Città Metropolitana si concentrerà tutto lo sviluppo e i relativi vantaggi, primo tra tutti una forte rivalutazione dei valori immobiliari. La conseguenza del laissez faire inevitabile in mancanza di idee.
L’altra domanda che da molte parti si va facendo è come spiegare questo risultato di Milano e della Città Metropolitana. Io credo di non sbagliare dando due letture: Milano, anche per merito di Expo, ha ritrovato un suo vecchio orgoglio – ce la facciamo da soli senza bisogno di altre risorse dall’esterno – accompagnato da una storica parsimonia anche nel linguaggio. Subito dopo l’altra lettura: Milano è la città del volontariato e alla base del volontariato c’è la generosità che è agli antipodi dell’egoismo di fondo, la bandiera nascosta di questi referendum insieme alla bandiera del razzismo. I milanesi che andranno a Roma al seguito di Maroni non conoscono la loro città.
Questo non vuol dire che i milanesi siano disposti a chiudere un occhio o magari entrambi di fronte agli sprechi di denaro di molte regioni, in particolare del meridione, ma sanno che quello è un problema da risolvere rimettendo in piedi una classe politica locale, di destra e di sinistra, che non faccia carne di porco di tutto, tra corruzione politica e corruzione della burocrazia. Sottrarre risorse allo Stato chiedendole per sé non è un provvedimento selettivo: punisce tutti, buoni e cattivi, onesti e disonesti.
Resta aperto il problema del Pd e della sinistra che con questi chiari di luna si avvia alle consultazioni regionali con il timore di perdere per l’ennesima volta. Qui torniamo al Contado: il Pd non ha saputo comprenderne le sofferenze, le insofferenze e le crisi del disagio imprenditoriale – la piccola e piccolissima imprenditorialità – e le conseguenze occupazionali e sociali, provocate dalla crisi economica generale.
È un intero territorio in crisi. Negli ultimi anni il Pd, pur schierandosi contro un sindacalismo teso più a garantire occupati e garantiti e pensionati – accusato per questo di frenare la ripresa – ha finito col fare la stessa cosa col garantire il grande capitale finanziario e i grandi gruppi. Gli ultimi, quelli veri, sono rimasti fuori. Lo schierarsi recente contro la Banca d’Italia e il salvataggio di alcune istituti di credito è solo un inutile e maldestro tentativo renziano di nascondere la realtà della sua politica.
Di questo disagio si è fatta portavoce la Lega dichiarandosi salvifica con la richiesta di maggiori competenze e risorse senza essere in grado di indicarne né l’utilizzo né un programma di rilancio della parte sofferente della Regione. La solita strategia che ricorda il vecchio adagio di Berlusconi – che ci troviamo ancora tra i piedi – “Ah se mi avessero lasciato fare!”. Cosa? Quando? Con quali risorse? Mistero della fede berlusconiana. Oggi mistero leghista.
Il Pd tace o balbetta e la sinistra extra moenia si disperde tra personalismi e problemi identitari.